No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120523

deathless

The Vampire Diaries - di Kevin Williamson e Julie Plec - Stagione 3 (22 episodi; The CW) - 2011/2012

A volte, è una condanna essere metodici. Che continuassi a guardare TVD perché non faccio vita sociale, lo avevo già supposto nel commento alla seconda stagione; comincio a pensare però che sono troppo buono per abbandonare una qualsiasi serie, quando l'ho cominciata. La prima parte della stagione appena conclusa, beneficia ancora di quel lieve innalzamento qualitativo della scrittura; ma, a lungo andare, ci si rende conto che (e dispiace usare una citazione di un certo livello) tutto cambia perché nulla cambi. In The Vampire Diaries, ed in particolare a Mystic Falls (la fittizia cittadina della Virginia USA, dove la serie è ambientata), nonostante la presenza ormai in pianta stabile di vampiri standard, vampiri cosiddetti originals (i "capostipiti"), streghe, uomini lupo, cacciatori di vampiri, ibridi (nuova razza formata da vampiri incrociati con uomini lupo), non muore veramente mai nessuno. E' chiaro che dobbiamo sempre tenere presente il target della serie, che è poi il target della rete che lo propone negli USA, che è teen-oriented, ma, facendo un confronto iperbolico, è qui, in questo tipo di scelte, che si riconoscono le cose grandi. L'esempio ormai classico è Game of Thrones e (spoiler alert per chi fosse intenzionato a vedere quel serial e non avesse ancora assistito alla prima stagione) la morte dell'assoluto protagonista della prima stagione (Ned Stark/Sean Bean), avvenuta nel nono episodio (su dieci) della prima stagione, seguendo l'episodio con il picco di share, e facendolo battere all'episodio seguente. Scelta coraggiosa, mentre qui, Williamson, Plec e con loro il team degli sceneggiatori (magari seguendo le direttive dei libri, questo non so dirvelo), tendono, dopo aver sacrificato qualche carattere nelle prime due stagioni, a conservarli tutti quanti, in una maniera o nell'altra, generando solo confusione. Confusione acuita dal tormentone ormai insopportabile dell'amore della protagonista per entrambi gli altri due protagonisti. Recitazioni che continuano a fare acqua, piacevole, a livello estetico, l'ingresso del personaggio di Rebekah, interpretata dall'australiana Claire Holt, notevole, per il livello della serie, il cliffhanger dell'episodio finale. Gli share rimangono buoni, per cui ad ottobre partirà la quarta stagione.

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